La Valutazione d’Impatto Sociale (VIS) è uno strumento d’analisi dei progetti ma può essere un valido mezzo di comunicazione. Questa funzione divulgativa ne rafforza il valore e ne mette in evidenza alcune potenti peculiarità sia verso i pubblici esterni sia verso quelli interni di un’organizzazione.
La VIS come strumento di comunicazione interna
Non possiamo dimenticare che all’interno di un’organizzazione, la VIS supporta la costruzione di una cultura basata sull’impatto sociale. Principalmente, verso i pubblici interni, la VIS può riuscire a:
- sviluppare la creazione di una narrazione condivisa attorno ai risultati raggiunti;
- favorire il senso di appartenenza e la motivazione dei collaboratori dell’organizzazione;
- rafforzare la consapevolezza di come le attività quotidiane influenzino gli obiettivi sociali dell’organizzazione.
Queste attività comunicative vanno a migliorare, di fatto, i flussi e i processi organizzativi, la collaborazione tra i membri di un team, l’accessibilità e la trasparenza delle informazioni e dei dati da promuovere.
La VIS come strumento di comunicazione esterna
Verso l’esterno, la VIS diventa un importante strumento di comunicazione per coinvolgere gli stakeholders, con i quali si deve costruire consenso e legittimare le attività dell’organizzazione. Gli obiettivi principali dell’attività comunicativa devono dimostrare valore e costruire fiducia e legami.
E’ fondamentale, pertanto, comunicare valori, obiettivi e risultati in modo trasparente, coinvolgendo gli stakeholders (finanziatori, partner e pubblico) e creando legittimazione dimostrando cioè, con dati oggettivi, l’efficacia delle azioni intraprese dall’organizzazione.
Inoltre è importante ricordare che la raccolta e la condivisione d’informazioni critiche e di feedback rafforza la brand identity, la percezione sociale dell’organizzazione da parte degli stackeholders e la crescita dell’accettabilità sociale. Questo aspetto comunicativo non si attiva in modo così incisivo quando, ad esempio, si presentano output, outcomes e impatti.
Annalisa Gotti e Luca Saade